Ebbene, Settembre è arrivato, mese nel quale compirò anche gli anni, come ogni anno. Ho aspettato oggi per mandare la bozza, già da me ripulita e “corretta”, del mio prossimo capolavoro letterario, al mio editor, perché volevo godermi, com’infatti ho goduto, dei temporali estivi le cui piogge, inoltratesi nella notte a (s)ce(n)dere, allietano spesso la mia malinconia “afosa”, surriscaldata spesso di pensieri dall’escursione termica vorace e appetitosa, baciante leit-motiv di acuto menefreghismo aristocratico, come si confà alla mia natura “sgattaiolante”, indispettita dalla società ma al contempo dispettosa quando gl’impeti di rabbia m’assalgono e grosse le combino nel camminar inevitabilmente tramontante di mia (r)esistenza dalla sua congenialità congenita così invero armoniosa. In me, infatti, è innata la beatitudine contemplativa, la pace dei sensi e anche dei seni ché, ingrassando, stan spuntando ormonali in alterazioni biogenetiche di mio camaleontismo trasformista, parimenti grande e similare a quello del leggendario Bob De Niro.
Lui, diretto da Taylor Hackford, sarà The Comedian, il comico da non confondere col personaggio famoso di Watchmen.
Il commediante osserva e spesso poco vi entra, penetrandola… tal realtà con immane spirito buffonesco, goliardico per insaporire la leggerezza del suo prenderla a culo, metodico nelle introspettive analisi di sé stes(s)o, caracollante dinanzi alla vita così di umori (in)stabili altalenante. E se n’allena sbeffeggiando l’ipocrisia di una massa becera e qualunquista che “volentieri” lo ripugna, che disprezza e a cui oppone le sue freddure e battute senza p(r)ezzo.
Sì, questo sarà il mio prossimo lib(e)ro, come dico io. Non ho da dare “giustezze” alla gente, come invece ridicolmente fanno gli insegnanti… demagogici, schematici, con forte autostima e anche latente idiozia del voler (loro) detenere verità assolute, che a me spaventano, a me destabilizzano, a me inducono a esser, in aperta scontrosità da me amata e ammal(i)ata, così trasgressivo, ridente nell’irriderli, nel digerire le mie giornate tutte (non) uguali, a sopperir le lor atroci mancanze d’intelligenza col mio 360 gradi di beltà risonante in una mia interiorità così mistica, misteriosa, unicamente falotica.
Io sono il commediante. Dopo tanti libri “lugubri”, veri però come i diamanti puri del genio in me insindacabile e nera ilarità sguinzagliante, un’opera compos(i)ta di ridanciano approdo al me melanconico allegretto e ritto che, ridendovi e scherzandovi sopra, sopra la vi(s)ta degli “ordinari”, le sue cazzate “urina” con indubbia saggezza e altezzosa, stupenda classe.
Applauso. E ora il mio (in)chino. Datemi un Chinò e berrò poi la birra in onor della mia mente profumo (m)ir(r)a.