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Sfavillante è la purezza di un uomo sulfureo, private eye supremo e dal fiuto sopraffino, marmoreamente intransigente, temerariamente lucente in un mondo che le anime sgualcisce e inesorabilmente mortifica in modo velocemente, velenosamente avvilente. Ove, sbiadite e amareggiate, eppur giammai vintene, camminano intossicate dalle sconce iniquità, cosicché c’immergiamo tenebrosi nella puttanesca, interminabile, lussuriosa e criminosa notte a luci rosse d’una tentacolare Los Angeles underground che i nostri cuori dapprima abbaglia, poi capziosamente illividisce e squaglia, d’ogni adamantina emozione deturpandoci e ferendoci in modo mortale o sol pericolosamente morale. Una dedalica e pornografica giungla metropolitana nella quale tetramente riluccica e balugina spettrale la putredine viscosa e letale d’una segreta società ipocrita e maliarda, maialesca e diabolicamente tentatrice, infida e maliziosamente crudele alla pari d’una seducente, abbacinante femme fatale bellissima e al contempo meretrice tanto sensualmente irresistibile quanto splendidamente assatanata e infelicemente malinconica. Una città degli angeli ricolma di demoni carnalmente ingordi e porci. Quivi il Falò sguazza e si tuffa, la penetra con durezza, eviscerando ogni mistero scuro, giustamente, brutalmente e metaforicamente scopandola a fondo con sesquipedale rabbia potente e indomabile, ispezionandola con acume bestiale. Godendone infinitamente nell’averla posseduta con brada furia vittoriosa nel risolvere ogni arcano tanto raggelante quanto calorosamente eccitante. In tale labirintica città ripiena di grandi fighe, d’infernali luciferine puttane e pornoattrici forse più sincere di tanti uomini neri all’apparenza eticamente integerrimi, invero mefistofelici, il commissario fotterà chiunque, altamente e lapidariamente sbattendosene… d’ogni cattivo venefico e perfido, a elevazione messianica e gloriosa punizione sacrosanta, definitiva e biblica. Intanto aleggia il sinuoso, voluttuoso spettro e il profumo muliebre d’una rediviva Dalia Nera di nome Kendra, simbolo della lussuria più calda e sfrenata.