Intervista a Stefano Falotico, a cura de “Il Mondo dello Scrittore”

Ringrazio per avermi offerto questa sensazionale opportunità.

Racconta la tua esperienza come autoreilcadaveredidracula
Tutto è iniziato per caso, come sovente accade agli artisti. Per rielaborare la mia adolescenza molto particolare, iniziai di getto a buttar giù qualche riga, in forma diaristica. Poi, mentre procedevo a scrivere, il mio diario ha assunto le sembianze di un romanzo noir vero e proprio con echi nostalgici alla stand by me. E, convergendo il tiro, ne ho dato una fine, smussando come si suol dire gli angoli. Il resto è venuto da solo. Come dico io, spesso partorendolo dalla mia tormentata solitudine. Non mi riferisco a Il cadavere di Dracula ma faccio riferimento al mio esordio letterario, Una passeggiata perfetta.

Che cosa ispira il tuo modo di scrivere
Dipende dagli umori, dalle sensazioni estemporanee. Estraggo attimi di vita, anche non necessariamente vissuta ma semmai soltanto danzante fra i miei pensieri, per evocarmi dentro emozioni che poi trascrivo, provando a trasmetterle.

Parla della trama del tuo libro
Questo libro è una reinvenzione del mito di Dracula. Attinge alla leggenda per farsi opera spero originale. Non possiede una vera e propria trama, è diciamo piuttosto un reticolo di flussi di coscienza intrecciati allo spirito poetico russo in congiunzione col patimento esistenziale delle anime e proprio i reflussi che la figura di Dracula mi inducono.

I tuoi personaggi prendono spunto da alcuni lati del tuo carattere
Sì, ogni personaggio di tutti i miei libri fa parte di me, sono mie creazioni e dunque, anche involontariamente, presenta rispettivamente, seppur in maniera (im)percettibile o sfumata, degli elementi col mio carattere. Allorché, abbiamo Dracula, irascibile, malinconico, tetro e romantico, o una Mina insospettabilmente mascolina perché dotata di animo cinico, come sono più spesso gli uomini delle donne.

Prediligi un genere specifico oppure la tua scrittura spazia in altri campi
Provo sempre non solo a cambiar registro stilistico ma anche a sperimentare nuovi generi. Ciò però non lo programmo. Appena inizio a scrivere un nuovo libro, lo stile adottato cambia automaticamente in base al tipo di trama e di genere, appunto, che sto trattando. Nasce dalla mia anima per pura fatalità. Prediligo comunque le storie forti, a tinte fosche, le storie misteriose, il noir, il giallo, le storie di orrore alla Edgar Allan Poe.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro
Ecco, sopra ho fatto cenno a Poe. Nei prossimi giorni, sarà disponibile in cartaceo il mio saggio su Robert De Niro. Ma, assai presto, vorrei pubblicare un libro che evocherà uno dei grandi padri fondatori del brivido, Edgar Allan Poe, appunto, opera in cui tratteggerò dei racconti ispirati ai suoi famosi del terrore.

Cosa consiglieresti a un autore esordiente
Innanzitutto di credere in sé stesso. E insistere anche se i primi tempi saranno difficilissimi. Mai abbandonare il proprio sogno e soprattutto il proprio manoscritto nel cassetto. Ma continuare invece a proporlo. Questo è il solo consiglio che mi sento di dargli. Ognuno ha il suo stile e sarebbe molto presuntuoso, da parte mia, indirizzarlo a migliorativi metodi di scrittura. Si affinerà a forza di scrivere, di sbagliare, rifare e ricominciare.

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