Intervista de Il Mondo dello Scrittore per Robert De Niro, l’intoccabile

Racconta la tua esperienza come autoreDeNiro
Come sapete, ho pubblicato molti libri, alcuni sperimentali, altri di narrativa e altri ancora di poesia. Alcuni “bislacchi”, altri eccentrici, altri ancora autarchici, intonati alla mia personalità sempre mutante, in continua evoluzione. Amo la scrittura d’avanguardia e mi sto cimentando a intraprendere sempre nuove vie evolutive dal camaleontico stile, trasformista come questo mio particolare saggio su De Niro, il re proprio delle trasformazioni. Un attore che ho idolatrato d’adolescente, sin da quando vidi Taxi Driver per la prima volta. Ipnotizzato dalla sua bravura, da quell’interpretazione “mostruosa”, lietamente imprigionato al suo potente e impressionante carisma, da allora “vado”… via discorrendo dunque nella sua filmografia attoriale e non.

Che cosa ispira il tuo modo di scrivere
Vengo ispirato dagli attimi fugaci delle mie emozioni estemporanee, vi rifletto, tento di captarle e poi le catturo nero su bianco, immolato, diciamo così, a lor naturale “scorrevolezza”. Mi lascio dunque trasportare dalla mia anima, dai luoghi incantati e misteriosi ove, per magia, mi porterà la mia interiorità ignota che però esploro e scandaglio, è poi (in)tangibile che quest’atteggiamento si rifletta e viva nei miei libri. Una speculare, diciamo, vivida aderenza del mio io da ricalcare in intarsi poetici vis(su)ti dal flusso di coscienza. Il mio stile, perciò, non è “studiato”, le mie opere nascono da sé per (im)previste traiettorie mie emotive che tento di “fotografare” d’emozioni che, spero, trasudino dai miei scritti. Autentici, istintivi, originatisi dal vivermi, son lo specchio delle mie “riflessioni” e quindi dei miei pulsanti battiti emozionali riflessi(vi).

Parla della trama del tuo libro
Come da titolo e come v’ho accennato, è un libro su Robert De Niro. Chiamiamolo un saggio, appunto, particolare. Perché, sì, passo in rassegna monograficamente la sua filmografia, ma non penso di esser stato noiosamente accademico. Ho provato a fare qualcosa di diverso. Tentando d’abbinare, alla seria e, sì, compassata analisi cinematografica e recensiva, la mia poetica “bizzarra” che spezza il libro in aneddoti curiosi, anche spassosi, intervallando il mio saggio di personali considerazioni che, affascinate dal mito De Niro, si fan, proprio essendone “fanatico”, eh eh, guidare dall’ammirazione.

I tuoi personaggi prendono spunto da alcuni lati del tuo carattere
Per questo libro, che dire? Il protagonista è De Niro, anzi, i suoi mille personaggi. Io mi sono limitato a ossevar lui e le sue mutazioni.

Prediligi un genere specifico oppure la tua scrittura spazia in altri campi
Prediligo il noir, gli horror, i gialli, le storie di mistero, anche le trame macabre, perché no? Ma non disdegno, affatto, come in questo caso, anche opere di tutt’altra natura e tipologia.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro
Fra qualche settimana, uscirò con La maschera di Edgar Allan Poe. Ma non sarà un libro su Poe, bensì una raccolta di racconti neri ispirati al suo stile.

Cosa consiglieresti a un autore esordiente
Gli consiglio di essere sé stesso. Sempre, assolutamente. Non credo che esistano formule vincenti o metodi di scrittura impeccabili. Credo anzi che il lettore capisca quando un autore è stato sincero o, al contrario, quando ha scritto solo con lo scopo di vendere. A prescindere dalla qualità o meno del libro, è dunque importante scrivere quel che uno sente. Senza pensare a cosa potrà pensare il futuro lettore. Il lettore avverte e percepisce al volo quando un autore è stato furbo, scrivendo il suo libro col solo obiettivo di farsi piacere. I libri efficaci son quelli sentiti perciò sia dal loro autore e, di conseguenza, dai suoi possibili lettori.

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