Racconta la tua esperienza come autore
Mi son nuovamente cimentato con un saggio, ancora una volta autarchico, come dico io, ché segue un percorso lirico, agganciando la monografia del regista Cronenberg al personale filtrarlo, sviscerarlo a mia ottica cardiaca delle emozioni suscitatemi dal suo Cinema.
Che cosa ispira il tuo modo di scrivere
La chirurgia della ricerca onnivora, spesso elusiva, ellittica, iperbolica di un senso perennemente fuggitivo della perfezione omeostatica immor(t)ale, esigente a (so)spingerci (non) vitali, oscillanti, vacui e (s)f(i)orati, divorati. Deflorarmi, deflagrar di emozioni consumanti in tal mondo consumistico con poca vera virtù mi(s)tica. Corrotto, corroborato, (an)ner(it)o e poi variopinto del viver(ci) in g(r)ot(t)e sotterranee dell’inconscio da trivellare, scavare a fondo dentro e f(u)ori… l’anima(le). Il voler dar un cognitivo, vol(t)o (ir)razionale, un potentissimo sen(s)o materno, materico, madornale, entropico, antropocentrico ma spesso nostro disumanamente-inevitabil-mente robotico delle grottesche apoteosi del saper e sapor strambo, moderno- (mal)sano.
Parla della trama del tuo libro
Un libro su Cronenberg, regista di Videodrome, La zona morta, Crash e basta altro o devo citare tutti i suoi capolavori?
I tuoi personaggi prendono spunto da alcuni lati del tuo carattere
Qui, i i personaggi si mischiano a quelli (ir)reali dei suoi film. I film della nostra vita.
Prediligi un genere specifico oppure la tua scrittura spazia in altri campi
Amo il noir, i romanzi picareschi, quelli di avventura.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro
Il seguito di un redivivo Clint, personaggio del mio “Il cavaliere di Alcatraz”.
Cosa consiglieresti a un autore esordiente
Di buttarsi e non aver paura, ma star a prua dei propri (co)raggi sol(it)ari.
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