In diretta, oggi, 29 Gennaio 2016.
Salve, sono Stefano Falotico, alla vostra radio, nel programma “Senti chi scrive”, era stato già sontuosamente presentato il mio “Il cavaliere di Parigi”.
A distanza di qualche mese, vi propongo questa mia nuova opera, “Fantasmi principeschi”, edito in self-publishing da Youcanprint Edizioni.
È una mia personalissima, bizzarra, “strampalata”, burrascosa raccolta di racconti sui fantasmi, le creature appunto ectoplasmatiche che tormentano, per chi ci crede, le nostre notti insonni, appaiono e, per lor natura evanescente, scompaiono poi repentinamente, ispirando però da millenni miti, leggende e fantasie degli uomini che hanno avuto la (s)fortuna di vederli, di “afferrare” i loro spiritelli quando i pleniluni incandescenti di magma visionario vibrano di lucente immaginazione cupa, tenebrosa, misteriosa o anche allegra, perché in questa mia raccolta, oltre a “parlare” di fantasmi spaventosi, alcuni ispirati a fatti realmente accaduti o abitanti di case infestate celeberrime, non solo m’immergo nei nightmare, incubi ad occhi aperti, di quei fantasmi a noi più rabbrividenti e incutenti paure ignote e ancestrali, ma “disserto” gioiosamente anche di fantasmi burloni, di quelle creature lunari, appunto, che vengono a visitarci quando meno ce l’aspettiamo per rivivificarci nei cuori troppo induriti da esistenze spesso grigie, noiose, troppo agganciate al mero, questo sì, impaurente, mondo nostro pragmatico, materialistico e dunque più “irreale” e tetro, terrificante dei fantasmi stessi.
“Fantasmi principeschi”, perché questo titolo?
Perché io, autore di svariate opere letterarie, di poesia, narrativa e saggistica, mi dichiaro, ironicamente, sia fantasma che principe.
Fantasma perché, proprio come i fantasmi, vivo spesso lontano dagli occhi indiscreti della comune massa carnascialesca e miscredente oramai a tutto, principe perché penso che, in cuor mio, ho raggiunto molti privilegi dell’anima più libera, scevra da stolti pregiudizi ottusi e perciò vivamente parsimoniosa di viver un po’ al di sopra delle “mortali” coscienze, spesso troppo indaffarate a imbrigliarsi in schemi piccolo-borghesi caudini e castranti le vere, più intime ambizioni di pienezza e suprema altezza nobiliare della vita stessa, che a mio avviso è sacra, dono prezioso e quindi andrebbe vissuta con molta più, eh eh, fantasmatica nobiltà, senza dolerci di problemi inutili, raccapriccianti e bigotti.
In sound mixing con vaghi rumori di fondo.
Ma, se preferirete, anche in sonoro deluxe, direttamente dal podcast.