Esistono anche i booktrailer(s), opere raffinate che ci trasportano in una dimensione onirica
Eccolo qua.
Stavolta, ho deciso di realizzare un lavoro leggermente diverso dai precedenti.
Una finissima collaborazione amicale fra me e Mattia L. Col quale, non si sparga la voce in giro, sto allestendo un cortometraggio che c’auguriamo possa allietare le emozioni della vostra e nostra vita.
Noi crediamo fermamente alla nostra idea, l’abbiamo sviluppata in queste settimane. E sarà un cortometraggio, come si suol dire, coi fiocchi. A regola d’arte.
Poi, potrà piacere o no, ma l’importante è avervi infuso la passione necessaria affinché si possa concretizzare al meglio. Trasmettendovi suggestioni indimenticabili.
Curato in ogni minimo dettaglio, estremamente professionale, un lavoro certosino con un ottimo cast e un apparato tecnico d’avanguardia. Considerevole.
Ma mi sono dilungato sin troppo in quest’anticipazione succosa, spero d’acquolina in bocca letiziosa.
Mi conoscete. Sono un tipo imprevedibile. Quando v’illudete, di sana pianta, d’avermi inquadrato, io cambio inquadratura, sterzo pure di zoom focale davvero speciale, planando a volo d’angelo in lande immaginifiche che non avreste mai sognato che potessero esistere in mezzo a un’umanità, ahinoi, attanagliata da invidiose faide e obliatasi in idiozie bestiali.
Mi rivelo, svelto mi svelo, quindi ancor mi rannicchio nel mio cielo, mangio un po’ di radicchio, m’ingrazio una racchia e dunque corteggio una bellissima dama statuaria. Ammiccandole con eleganza inaudita e complicità figlia della mia impalpabile presenza molto liquida, evanescente, fantasmatica eppur assai reale. Molto tangibile.
Le regalo il mio uomo regale e dunque festeggio con lei il Natale. Accendendo le nostre stelle nel più rosato, voluttuoso, dolce, romantico firmamento.
Dopo di che, ancor m’eclisso, su me stesso glisso e dimentico tanta glassa. Nuovamente incupendomi, allunato alla metafisica e all’onirica trascendenza.
Uno sguardo incarnato nell’essere mio incantato. Stordito, frastornato dalla bellezza del mondo. Così tanto ammaliatomene da restarne tetramente avvinghiato, malinconicamente spumeggiante come il più grande.