Ebbene questo Kickboxing “macerato”, vivisezione di un’anima lacerata, usurpata, usata e usurata. Scheggiata e in un “corpo a metà” schiavizzata, tonante vendetta (non) riesumata, vissuta dentro come tormento, come sublimante mente che sorvola l’inquietudine di un cor(po) spezzato, frantumato, eclissato e forse, dalla tragedia, rinnovatosi e ancor più inne(r)vato, teso allo spasmo della tensione “muscolare” del trascendere al(a)to. Un’opera intensa, in cui mi son “ramificato” in una reinvenzione immaginativa della storia laddove s’era interrotta e ove Eric si è “rotto”.
Immagini soavi, decadenti, di templi “buddistici” e (s)consacrati, perfino di un angelo biondo fra le macerie d’una città-metropoli degradata, “massacrata” dalle intemperie d’un erosivo tempo (s)battente, cruento, traditore, abbrustolente…
Daniele Fiori sceglie con parsimonia la musica, “incorpora” le immagini, tratte come da licenza da Adobe Stock, e le “allinea” in movimento sincronizzato alla mia voce narrante d’una sinossi da me scritta con passione e fortissimo, esistenzialista vigore.
Un libro di Stefano Falotico, un’esperienza dell’anima, un abissale viaggio introspettivo nel blackout o forse nell’estemporanea o probabilmente eterna luce vivifica, eterea/o.