Stefano Falotico, nato a Bologna il 13 Settembre del 1979. Poeta e romanziere, autore fra l’altro di numerosi saggi monografici su attori e registi, fra cui Martin Scorsese, la strada dei sogni, David Cronenberg, poetica indagine divorante e Robert De Niro, l’intoccabile, abbina la sua “insana”, viscerale passione per il Cinema a quella per la letteratura, prediligendo il noir, le storie che esplorano le zone oscure dell’animo umano, le loro intersecanti linee sfumate d’ombra. Cinefilo dunque, amante tout-court delle arti visive, originale menestrello, come ama definirsi lui, dello strambo mondo “ballerino” e perennemente mutevole, in cui viviamo e nel quale, ogni giorno, dobbiamo, decifrandolo nei suoi continui cambiamenti, a suo modo amarlo e districarcene.
King Kong ricordo i film di qualche tempo fa come mai hai ripreso questo mito?
Sì, come scrivo nella breve prefazione del mio libro, a scanso di equivoci, trae ispirazione dalla novelization del film, ma ne attinge in modo assolutamente personale e creativo. Ho ripreso questo mito, che tutti noi conosciamo, perché volevo scrivere un romanzo di avventura che fosse anche una favola, poetica, crudele, triste e anche erotica, rielaborando la storia della Bella e la bestia.
Quindi un fantasy nel senso puro del termine o una storia fantastica?
No, non è un fantasy, non sono a dire il vero un fan di questo genere, anche se so che oggi va per la maggiore, è più altro una storia fantastica, sì.
Quanto tempo hai impiegato per scriverlo?
Ecco, l’idea mi è venuta la scorsa estate e ho cominciato a scriverlo verso la fine di Settembre del 2017, alla fine dell’anno l’avevo concluso, quindi tre/quattro mesi, poi è cominciato l’editing, scrupoloso ed esigente.
Cosa legge Stefano Falotico?
Legge un po’ di tutto, dalle storie romantiche e favolose alla Banana Yoshimoto agli horror di Stephen King, ai noir di James Ellroy. Cerco di non precludermi niente, e provo a cambiare sempre prospettive, sia come lettore che come scrittore.
Cosa ti aspetti da questo libro?
Be’, mi aspetto che possa attrarre la curiosità dei lettori, la storia non è originale, come sappiamo, ma io ne ho dato una versione, credo, inedita, estremamente romantica. I personaggi principali sono quattro. Il narratore della storia, il biologo ed esploratore Tom Nikel, l’attrice in erba Michelle, bellissima e sexy, un regista spericolato, Cecil Miles, e naturalmente la creatura, Kong.
Non è il tuo primo libro, questo mi sembra di capire sia una favola per adulti, è il tuo genere o questo libro è un nuovo percorso?
È un nuovo percorso, i miei precedenti erano molto cupi e noir.
Rispolverare King Kong secondo te può ispirare curiosità?
Sì, reinventare e reinterpretare ciò che sembra già visto e letto può, secondo me, offrire sguardi nuovi.
Secondo te cosa apprezzano di più i lettori nei tuoi libri?
Be’, non posso dire di essere un autore di bestseller, senza dubbio i miei libri sono di nicchia, molto particolari ed eccentrici, per via della prosa spesso arzigogolata, barocca e personalissima. Credo che i miei lettori apprezzino appunto il coraggio, la mia capacità di osare e rischiare, di sperimentare sempre nuove forme espressive. Alle volte centro il bersaglio, altre no, ma credo che i miei tentativi siano apprezzabili.
Avere uno stile personale a mio avviso è un pregio non un difetto in un’epoca in cui tutti scrivono e seguono le mode del momento
Sì, penso di sì, non sono tutti d’accordo ma preferisco essere me stesso piuttosto che imitare stili collaudati per seguire le tendenze e le mode.
Fai presentazioni? Ami il contatto diretto con il pubblico?
In questo sono un po’ come Woody Allen, alle volte presento i miei libri, sì, ma sono abbastanza riservato.
C’è qualche autore di oggi o del passato che in qualche modo ha condizionato la tua scrittura?
Certamente, per la sua lucida follia visionaria, William Burroughs, e questo mio King Kong ha un incipit che assomiglia decisamente a Il nome della rosa di Eco. Sì, il suo è un genere decisamente diverso, ma anche qui abbiamo subito un narratore che racconta i fatti antecedenti.
Quando preferisci scrivere? Di giorno o con il buio? Silenzio assoluto o non?
Tempo fa scrivevo soprattutto di notte, facevo come i vampiri, dormivo di giorno ed ero attivo con il buio. Adesso mi sono “normalizzato” e scrivo, se posso, soprattutto la mattina. Alle volte scrivo ascoltando musica, è ispiratrice e stimola la scrittura emozionale, creativa, il flusso di coscienza.
Il libro per te imperdibile è quello che sei pentito di aver letto
Libro imperdibile, vediamo un po’, Il gioco di Gerald di Stephen King, il libro di cui mi sono pentito non posso dirlo, eh eh, per non offendere nessuno.
Chi è Stefano Falotico scrittore e Stefano uomo?
Stefano uomo è un tipo assai bizzarro e “anomalo”, eh eh, che vive di Cinema e collabora per riviste online. E che ama andare a prendere il caffè in orari inconsueti. Stefano scrittore è la mia anima che si denuda ed esplora il suo inconscio, mette nero su bianco il suo cuore.
Se ti chiedessero di scrivere un libro a 4 mani, accetteresti?
Sì, ne ho parlato con dei miei amici varie volte ma, per ora, nulla ancora a 4 mani si è concretizzato. Vedremo in futuro.
Tra i tuoi protagonisti c’è n’è uno più vicino a te come personalità o hai spaziato solo nella fantasia?
Tom Nikel, il biologo narratore, mi assomiglia parecchio.
So che tra qualche minuto devi andare, ci salutiamo ringraziandoti per il tempo che ci hai dedicato
Sì, purtroppo fra poco devo andare, ma è stato un piacere immenso rispondere alla vostra intervista.