Kickboxing, disponibile in eBook

Ecco dove acquistarlo direttamente da Youcanprint Edizioni.
Presto, molto presto, prestissimo (e spero che vi prenda, che lo prendiate, che questo mio eBook sia, diciamo, presissimo), disponibile anche e diramato, eh eh, presso le maggiori catene librarie online.

Attendendo il cartaceo, questione di pochi giorni, e anche in questo antico seppur sempre rinomato formato sarà acquistabile.

Kickboxing eBook Youcanprint

 

Un libro inaspettato, poliedrico, medio-orientale, profetico, saggio, vendicativo e non, misterioso e versatile nel suo stile perennemente cangiante che si modella e modifica alla mutevolezza della storia (s)tes(s)a e delle emozioni trasformistiche, interiormente perlopiù, del protagonista.
Un libro-film, un libro che dovete avere. Non siate avari.

Intervista a Stefano Falotico, a cura di “Il Mondo dello Scrittore” sul suo/mio Fantasmi principeschi

Eccola qui.

Fantasmi principeschi Il mondo dello scrittore

Fantasmi Principeschi a Senti chi scrive di Radio-Libriamoci Web, presentato da Dario Albertini

sentichiscrivefalotico

In diretta, oggi, 29 Gennaio 2016.

Salve, sono Stefano Falotico, alla vostra radio, nel programma “Senti chi scrive”, era stato già sontuosamente presentato il mio “Il cavaliere di Parigi”.

A distanza di qualche mese, vi propongo questa mia nuova opera, “Fantasmi principeschi”, edito in self-publishing da Youcanprint Edizioni.

È una mia personalissima, bizzarra, “strampalata”, burrascosa raccolta di racconti sui fantasmi, le creature appunto ectoplasmatiche che tormentano, per chi ci crede, le nostre notti insonni, appaiono e, per lor natura evanescente, scompaiono poi repentinamente, ispirando però da millenni miti, leggende e fantasie degli uomini che hanno avuto la (s)fortuna di vederli, di “afferrare” i loro spiritelli quando i pleniluni incandescenti di magma visionario vibrano di lucente immaginazione cupa, tenebrosa, misteriosa o anche allegra, perché in questa mia raccolta, oltre a “parlare” di fantasmi spaventosi, alcuni ispirati a fatti realmente accaduti o abitanti di case infestate celeberrime, non solo m’immergo nei nightmare, incubi ad occhi aperti, di quei fantasmi a noi più rabbrividenti e incutenti paure ignote e ancestrali, ma “disserto” gioiosamente anche di fantasmi burloni, di quelle creature lunari, appunto, che vengono a visitarci quando meno ce l’aspettiamo per rivivificarci nei cuori troppo induriti da esistenze spesso grigie, noiose, troppo agganciate al mero, questo sì, impaurente, mondo nostro pragmatico, materialistico e dunque più “irreale” e tetro, terrificante dei fantasmi stessi.

“Fantasmi principeschi”, perché questo titolo?

Perché io, autore di svariate opere letterarie, di poesia, narrativa e saggistica, mi dichiaro, ironicamente, sia fantasma che principe.

Fantasma perché, proprio come i fantasmi, vivo spesso lontano dagli occhi indiscreti della comune massa carnascialesca e miscredente oramai a tutto, principe perché penso che, in cuor mio, ho raggiunto molti privilegi dell’anima più libera, scevra da stolti pregiudizi ottusi e perciò vivamente parsimoniosa di viver un po’ al di sopra delle “mortali” coscienze, spesso troppo indaffarate a imbrigliarsi in schemi piccolo-borghesi caudini e castranti le vere, più intime ambizioni di pienezza e suprema altezza nobiliare della vita stessa, che a mio avviso è sacra, dono prezioso e quindi andrebbe vissuta con molta più, eh eh, fantasmatica nobiltà, senza dolerci di problemi inutili, raccapriccianti e bigotti.

In sound mixing con vaghi rumori di fondo.

Ma, se preferirete, anche in sonoro deluxe, direttamente dal podcast.

 

Kickboxing – Kindle

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Da stamane, disponibile finalmente in Kindle il mio strano-esoterico, sto(r)ico libro Kickboxing, presto anche nei formati cartaceo e normale eBook.

Potrete leggere la sinossi, cliccando sul link, e già imparerete a conoscere la segretezza misteriosa di tal mio libro poetico ma agguerrito, vendicativo eppur catartico, (senza) redenzione o remissione del peccato, della pietra scagliata, un libro ove regna il silenzio eloquente della Città Morta, ove Eric medita le infinitezze delle sue mille anime (e)rotte, dirompente/i, in questo seguito del sequel, in questo lib(e)ro di pura, sfrenata fantasia e trascendenza, un libro che fa rima e ritmo con onirismo, con pudore, sudore, lottatore, soprattutto della forza della sua mente.

Imperdibile.

Un libro naturalmente del sottoscritto, editato e intarsiato dal saggio Germano Dalcielo.

FANTASMI PRINCIPESCHI di Stefano Falotico, Booktrailer & ringraziamenti

Una stramba, arzigogolata raccolta poetica, lirica e allegro-tetra sugli ectoplasmi nostri irredenti eppur sadici, ridenti o spaventosamente veri anche per gli increduli.

(Fant)asma & ma(ce)r(i)e…

Case diroccate, (s)fasciate, ceree (pen)ombre a passo di danza su selciati imbruniti delle perite, perdute speranze forse solo rinate, tramonti di fuoco, castelli dark sorvolati d’aquile in vol(t)o d’angelo, scaturigine d’antichi dolori che, dalla tenebra nostra azzurra, risorgono in auge d’un folcloristico cor(p)o d’ansie e luccicanti beltà spasimanti orizzonti languidi.

Floride, estasianti passioni appese a crocifissi del cuore scarni(fica)to, ripulsante vecchie emozioni rigeneratesi, dunque generatrici di fresca rinascenza sonante.

Qui, vivono i fantasmi e, mesto, abito io, indiscusso Maestro…  della regnante fantasia colorata d’incendianti arcobaleni pindarici e Principe del gracchiante assoluto mesmerico. Diavolo della perseveranza del voler disperato trovar il bello nel buio di sentieri “asfittici”, dunque adombrati d’apparente tristizia e melanconica fame dell’io più abba(gl)iante. Dio delle notti illuminate da schiarenti o increspati pleniluni ardenti. E dai lor tintinnanti ululati.

Si stagliano, d’ira focosa, “sca(g)l(i)anti” graffiti a “dipinti” del pitturar luoghi infestati e maledetti, sconsacrati e benedetti dall’ectoplasmatico nostro fluttuarvi d’intensa immaginazione color incenso.

Ho personalmente scelto le immagini da incorniciare e intagliare, d’“inalare” e “innaffiarvi” in questo fluido filmato “arredato” dalla grazia stilistica di Daniele Fiori, ove la mia voce cavernosa e calda s’“incunea” mordace a rapimento mio estatico del recitar potente la sinossi da me stesso “coniata”. Su musica adeguatamente intonata all’atmosfera da me fantasmatica creata.

 

di Stefano Falotico

Fantasmi principeschi recensito da L’amica dei libri, Antonietta Mirra

Immagine

Link acquisto  

amicadei libri

 

 

Stefano Falotico in Fantasmi Principeschi ci induce con una premessa a dir poco terrificante all’interno dei meandri della sua follia narrativa, arpionandoci con le sue  stravaganti conclusioni, riflesso fulgido e mai incrinato di una visione memore di antichi presagi cupi e sinistri che volteggiano indisturbati nella sua mente. È lì che, meditando e favoleggiando di perpetui risvegli e di immortalità, che i fantasmi ridono occhieggiando, e vivono per ricordare esclusivamente all’essere umano cos’è la vera vita.

 

Dagli angoli

reconditi dei castelli silenti, i loro respiri s’odono da

ritornati viventi ammalianti e ammantati da un

sobrio, rinomato baglior candido avvolto cupamente

o suadente nelle trasparenze languidamente

ambigue, loro, i fantasmi che, torvi, occhieggiano

un’umanità megera, traslucidi e gracchianti come

corvi neri e altisonanti, spiriti notturni delle

guardiane vetustà rinate anche sol d’essenza

intoccabile eppur di penombre appar(isc)enti fra

pareti asmatiche d’un mondo affranto.

 

Lo stile è un’altalena di metafore e di figure retoriche baldanzose che continuamente spumeggiano tra le righe, ossimori e iperboliche concezioni, poesia e canzoni, scatti ed ira che rendono la sua scrittura un racconto a voce piena, a tratti stridula e senza dubbio maledettamente romantica.

 

Funereo come la morte che invoca, lattiginoso come la luna che adora, la notte la fa da padrona in un turbine conturbante di minacce velate che giungono dalle essenze fantasma che si rivolgono con astuzia e perizia rendendo un po’ di ironia e di dannazione.

 

Le parole mescolate a dovere diventano unguento di terrori senza nome come se ignoti e innocenti fossero in grado di sanare le ferite della vita mortale.

C’è ipnotismo nello scorrere delle frasi, pungolate a dovere dalla rima e dal fluttuo fluido e continuo delle immagini evocate.

 

Il vocabolario dell’autore è vasto e particolareggiato, tutto è giocato tra l’evanescenza e l’apparenza, sulla paura e l’orrore e sempre l’immancabile riflessione della coscienza e dell’anima.

 

La prosa poetizzante è scandita da racconti rinchiusi in gabbie di capitoli che presentano personaggi noti alle prese con le loro caratteristiche principali, come Dario Argento che diventa l’incarnazione del concetto di paura tanto abissale quanto primordiale.

 

Perché io sono immortale anche se non ancor

(non) morto, sono il regista di Profondo Rosso, io

sono Dario Argento. Della paura il maestro per

eccellenza, la suspense (s)carnificata dei vostri terrori

più profondi.

 

Spunta il Joker perfettamente delineato dalla descrizione impressionante e filiforme.

 

Joker dal sorriso horror e sguaiato a sbranarvi, ché

vi pentiate in tal mo(n)do sconcio e orrido d’averlo

così nel cuor suo intimo, quand’era ancora infante e

innocente, lacerato e sporcato, porci dell’assurda,

orrenda cattiveria “onnipotente” da maneschi,

impuniti prepotenti. Vi sostituiste a Dio e lo ardeste

(in)colpevoli.

 

Le parole si annidano in quadrati immaginari fatti di lettere e parentesi, perché ogni concetto rimanda a qualcos’altro.

Ma chi sono questi fantasmi?

 

Senza speranza, fantasmi cittadini che spu(n)tan

da tombini floridi di bagliori glaciali,

impressioni(stici) del lor danzar nel vuoto pieno, in

apnea, appena appena a galla, “galerizzati”, sciocchi

o sol (in)visibilmente sc(i)occanti, signori mansueti

con l’aplomb maestrale della nobiltà “farlocca”,

scombiccherati, pastrocchi ch’appaiono a f(r)asi

mozzate, abitanti in macabri castelli sgretolati, dai

ponti levatoi che “albeggian” (s)tirati, striatissimi nel

malinconico gracchio fragile, gracilissimo di sere

discendenti, infernalmente caldeggianti.

 

Poi Clara la bambina fantasma che crea un’atmosfera inquietante e spaventosa perché il linguaggio è capace di rendere il clima narrativo torbido, sinistro, spettrale, maniacale e perduto nei recessi indiscriminati di questi esseri senz’anima.

 

Fantasmi Principeschi è una prova riuscita, un esercizio di stile che mette in evidenza le potenzialità puramente formali dell’autore che si destreggia bene con le parole, avvantaggiato probabilmente anche dalla tematica a lui molto cara della notte, del buio, della luna. Quell’evanescenza fisica e mentale che tanto lo alletta, quelle ombre che non incutono timore a colui che le racconta ma bensì che lo affascinano come una bellissima donna dalla pelle diafana e dagli occhi dell’abisso. Il senso è un desiderio di affermazione di questa dimensione fantastica permeata inevitabilmente di nostalgia ma non per questo priva di un piacevole senso di scoperta.

 

L’autore come i suoi intrepidi fantasmi è: lastrato di principesco ardore, fuggo, ruggisco, fuggiasco o vigliacco, fiacco o ancora non stanco.

 

E dunque Fantasmi Principeschi, buona interpretazione di poesia in prosa, evoca la dimensione passionale dell’autore per queste essenze prive di sostanza ma non per questo prive di piacevole evanescenza, sentore e ribellione. I loro atteggiamenti, ripresi più volte, sono selvaggi, indomiti, oltraggiosi, menefreghisti ma anche perdutamente innamorati della loro condizione e di quell’oscurità che li rende i signori della notte.

 

Pieno di visioni e di sogni, accarezzato da strani e stranianti incubi, i fantasmi non hanno bisogno di presentazioni, e qui, in questo libro, libero e libertino, il loro splendore notturno scintilla di prepotenza e martirio.

“Soffian” voraci da lapidi esangui, brillan

entusiasti nel buio delle estati, estatici, taciturni,

diurni e serali, imprendibili, tutti assieme o solitari,

non acchiappabili e “sottili”, poi densi, cinerei e

“cervi”, tra liane e boschi di fate, son i fantasmi!

 

 di Antonietta Mirra

 

 

Mister Atlantic City, Saggio Critico a cura di Eliano Bellanova

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Fantasmi principeschi in Kindle-Amazon, presto anche in cartaceo ed eBook

51vuzJgYoxL._BO2,204,203,200_PIsitb-sticker-v3-big,TopRight,0,-55_SX324_SY324_PIkin4,BottomRight,1,22_AA346_SH20_OU29_Da oggi, due giorni prima del mio 36esimo compleanno, è uscita in Kindle la mia nuova, breve ma intensissima opera letteraria, un viaggio ectoplasmatico nelle nostre notturne ansietà, fra segmenti onirici, anche umoristici e ironici, e sprazzi-spruzzi di felicità cupa-raggiante.
Un libro alla Tim Burton, prestissimo anche in cartaceo ed eBook.
Di mia vena inesauribile, editato da Germano Dalcielo.

Innanzitutto, dopo tanto averci lavorato, raffinatamente curato e scrutato in ogni possibile refuso tranciato, eliminato, cancellato, modificato e migliorato, eccolo qui in formato digitale per le piattaforme Kindle.
Una copertina tutta mia, di font(e) battesimale.

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L’ultimo dei romantici libertini Booktrailer, presentazione e ringraziamenti

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Liricamente giaccio in un mar limpido d’astratte poesie voraci, un libro che, disincagliato da ogni schema, vola sanguigno nell’emozioni nostre sprigionanti furore.

Questo libro vuol essere un’ode pindarica e principesca dedicata alle anime, come dico io, nella vita virtuosa lib(e)ranti, slegate scioltissimamente d’antiquate regole opprimenti d’un mondo barbaramente attanagliante di schemi soffocanti. Un incantato intreccio di pensieri lirici, poi irosi, proprio, ed è tutto un gioco di parole, pensierosi, talora anche e perfino “penosi” per come, infervorati si mischiano all’intrepidezza mastodontica del mio turbinante pen(s)ar proprio al(a)to, immergendosi in bagni euforici sconfina(n)ti con la profetica rabbia dei cuori solitari, dunque sdegnati dinanzi a un mondo spesso castigante, cinico, spietatamente emarginante. Incantate parole, a volte, perciò disincantate paradossalmente, scatenate e sganciate dalle catene delle buoniste, false parole della casta… imperante. Un libro in cui mi son dilettato ardentemente a far sì che le poesie in prosa liberissima s’infuocassero in sfoganti slanci d’impeto gridante e furente. Quindi, si (ri)posassero meste nel contemplar serenamente gli ampi orizzonti dei panoramici, fervidi venti e vette delle “montagne” poderose del nostro, se lo osserviamo in profondità, temp(i)o dell’infinita, inafferrabile, potente bellezza, della grande, rinomata, pregiata nostra più insita, celata e poi riemergente vetustà accorata.

Ringrazio splendidamente il realizzatore del filmato, Daniele Fiori, radente allestitore d’immagini, da me personalmente opzionate e scelte, in moto zoomatico del planar sobrie ed elegantemente in un “prato” di (ri)balda languidezza. Di morbide carezze.

E la mia voce rocamente narrante, puntigliosamente sentita dentro, sfiatante nell’intonato, ventre di “tuono”.

L’ultimo dei romantici libertini

Romantici libertini
IMPERDIBILE!

Giacciamo, gracchiando furenti nel vento, negl’intimi meandri delle nostre pulsioni furibonde, ululanti, strangolati da una realtà cagnesca, siamo identità smarrite nel crogiolo poliedrico di razze eleganti e inestinguibili di forza energetica maestosa. Inalberati, arrabbiati, rossi in volto, dalle avverse circostanze erosi, sviliamo nei tramonti “cerbiatti” di ser(at)e pallidamente ristoratrici, sognando libranti i cieli limpidissimi delle astrazioni color (cob)alto, lanceolati, guerrieri della libertà avventurosa, inseguitori di fuggenti attimi, stritolati, ci raschiamo, rischiando, avviluppati da melodie inneggianti alla poderosa anima possente, sciolti nell’azzurro veloce delle interiori vetustà amanti del turbinoso schizzar tra strade di fango, “impaurite”, poetiche d’inarrivabile nostalgia, uomini lirici da due lire ma con un cuore irrefrenabile che, perseverando imperterrito, “a terra”, abbrustolito da (s)tinte emozioni fragili, ci scorpora e ingloba nel caos stupendo del volar intrepidi, mai tiepidi. Angeli di un altro (in)felice pianeta nostro. Marziani e martiri, casinisti e “ingombranti”, noi…